La Beata A. Rosa Gattorno affida alle sue “Memorie” la descrizione di una visione riguardante “le tre gocce di sangue che dovevano essere i tre ordini” che il Signore le chiedeva di fondare (cfr. Mem. p. 624). Ma, tutte le volte che ne accenna, non precisa né data né circostanza, poiché, per lei, tutto era ancora poco chiaro e indeterminato.
Con queste “tre gocce di sangue” Madre Rosa allude certamente ad una visione avuta nel passato, sicuramente ancora prima della fondazione delle Figlie di Sant’Anna, e da lei interpretata come segno per più fondazioni. Dunque, in questa “visione” intravediamo l’ispirazione di una grande e bella Famiglia:
“Sempre mi stanno innanzi le tre gocce di sangue che dovevano essere i tre Ordini. Io mai avevo pensato ai Figli di Sant’Anna, ma credevo dovesse essere un ramo di Figlie di Sant’Anna di vita contemplativa, clausura. Invece i Figli e le terziarie di Sant’Anna. Oh Madre mia!” (Memorie, p. 624)
- 1° goccia – Istituto Religioso Figlie di Sant’Anna:
In una notte di intensa preghiera davanti al “Suo Bene Crocifisso” (nel febbraio 1864), Rosa ricevette dal Signore l’ispirazione della prima fondazione, l’Istituto Religioso Figlie di Sant’Anna:
“Terminata [la preghiera], mi sentivo così fuori di me, piegai ogni cosa e poi di nuovo, presomi il mio caro Crocifisso lo ringraziavo. Oh, me lo stringevo al petto l’Amor mio! Ciò detto, eccomi di bel nuovo rapita in estasi e lui stesso sentivo chiaramente che mi dettava una Regola. Così dissemi e ciò che mi dettava era così chiaro; sembrava che [un] differente effetto mi facesse questa dettatura.
— Scrivi subito quanto ti ho detto.
Queste furono le ultime parole e, riavuta, non tardai [ad] obbedire. Scrissi a puntino ciò che dettato mi aveva e ben custodito lo misi.” (Memorie, p. 256)
Consigliata dal suo Confessore e dal Vescovo, resiste a lungo a questa chiamata, ma cede due anni più tardi dinanzi all’autorevole e fermo invito del Santo Padre Pio IX, che le ingiunge (03 gennaio 1866), di iniziare subito la fondazione. Circa due mesi dopo, il 13 marzo 1866, parte da Genova a Piacenza, con le sue 5 prime compagne, per iniziare l’Opera di Dio.
Alla morte della Fondatrice, avvenuta a Roma, il 6 maggio 1900, l’Istituto conta circa 3500 Suore e 368 Case, delle quali 318 in Italia, 43 in America e 7 in Africa.
- 2° goccia – Terz’Ordine di Sant’Anna:
La seconda goccia è sempre stata un po’ “controversa” per Madre Rosa. In un primo momento pensò che fosse l’opera che si accingeva a fondare in collaborazione con il Vescovo di Piacenza, Mons. Giovanni Battista Scalabrini: un Istituto per Sordomute, dette “Terziarie di Sant’Anna” o “Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento” il cui fine principale sarebbe stato l’adorazione al Santissimo Sacramento, la confezione e la cura dei paramenti sacri e la cura delle ragazze sordomute. Ma il “dubbio” persisteva:
“Temo che non sia volontà di Dio che io mi occupi del ‘Terzo Ordine di Sant’Anna”. [Questa situazione] è dura più della morte. Che sarà che sempre vedo una mitria? Che muoia qualcuno? […] L’Opera delle terziarie e di più messa assieme al Vescovo? Non sarà questa ma ben qualche altra [cosa] per cui bisognerà combattere. Oh, già combatto con il nemico che mi fa (una) guerra nel mio interno, orribile quanto mai. Una smania e un’avversione tale mi desta che non so come vincerla. Sempre mi incita a lasciarla e non mettervi mano.” (Memorie, Sezione II, p. 664)
Soltanto nella “Deposizione della Principessa Emilia di Fitalia” (Processo Romano per la Causa di Canonizzazione di Madre Rosa – Sessione 319, p. 2451v.) conosciamo la sua vera intenzione di fondare il “Terz’Ordine di Sant’Anna”, con una organizzazione e forma giuridica ben diversa:
“Quando però fu sul venire a Palermo la Madre Gattorno, Suor. Anna del Salvatore me ne parlava con grande entusiasmo, desiderando che pure io la conoscessi. Alla sua venuta mi introdusse essa medesima dalla serva di Dio. Io entrai indifferente, ma al primo vederla, ne ebbi una grande impressione di imponenza, come una Regina, di autorità straordinaria e di grande dolcezza insieme. La nostra conversazione (che fu anche l'unica in quella sua prima visita in Sicilia) si aggirò su di un suo progetto di Fondazione di un Terzo Ordine di Figlie di Sant'Anna; progetto che si sarebbe esteso anche agli uomini. Mi promise, di motu proprio, che avrebbe ascritto anche me in questo Terzo Ordine, come anche mio marito, il cardinale di Belmonte, monsignor Briuccia, che diede la casa per la prima Fondazione di questo istituto in Palermo.” (Positio super virtutibus, p. 427)
Detto progetto, come viene configurato ci rimanda oggi alla conformazione di quello che conosciamo per “Movimento della Speranza”:
“Il ‘Movimento della Speranza’, denominato così a partire dal 24 maggio 1989, si radica nell’ispirazione di Madre Rosa Gattorno, che tentò a più riprese di organizzarlo in forma giuridica senza però riuscirvi; riappare, a partire dal 1924, come ‘Amici dell’Associazione delle Figlie di Sant’Anna’, torna a farsi strada ed è preso in attenta considerazione durante il Capitolo Speciale della Famiglia Religiosa delle Figlie di Sant’Anna, nel 1969-1971, e nei successivi Capitoli Generali del 1972 e 1978; riprende vigore, e poi man mano si definisce sempre più, costituendosi come Movimento, a partire dall’intuizione di Rita Di Maggio che, durante la solenne celebrazione del 09 dicembre 1981 in occasione della traslazione dei venerati resti mortali della [Beata] Rosa Gattorno dalla Casa Generalizia alla Chiesa di Sant’Anna al Laterano, sentì l’impulso di diffondere il carisma di Madre Rosa nel laicato.” (Statuto del Movimento della Speranza, art. 1)
Ovviamente con la conferma definitiva da parte della Chiesa, che non è ancora avvenuta, lo si potrà affermare. Comunque, l’Istituto Religioso Figlie di Sant’Anna così l’ha riconosciuto e aggregato a sé nel Capitolo Generale del 1991.
- 3° goccia – Istituto Religioso Figli di Sant’Anna:
Nelle stesse pagine dove racconta la visione delle “tre gocce di sangue”, il 29 dicembre 1882, racconta per la prima volta di questa sua intuizione di fondare anche i Figli di Sant’Anna:
“…Così [per] l’affare della fondazione dei Figli di Sant’Anna; così bene mi faceva vedere essere volontà di Dio che mi portassi dal Papa e tutto gli dicessi ciò che Iddio mi aveva suggerito e non tardassi a fare l’obbedienza […]; Oh Amor mio, che seconda trafittura! Non ancora medicata la prima ferita tu vuoi aprire un’altra piaga; sia in tutto fatta la tua santa volontà.” (Memorie, Sezione II, p. 623)
Nel 1886, il progetto sembrò prender forma più chiara, e l’intima ispirazione le viene più volte convalidata dall’intervento divino. Ma, seguono anni di incertezze, timori e difficoltà. E per tante vicissitudini, Madre Rosa sente che il progetto, come andava configurandosi, non era quello voluto da Dio. E di Figli di Sant’Anna, per allora, non se ne fece più nulla. “Pazienza – scriverà – Gesù farà l’Opera. Ne porto pena e dolore, ma che farò? Attendere l’ora del risorgimento”.
Sostenuta dalla certezza che, nel momento opportuno, sarebbe scoccata l’ora di Dio anche per i “Figli di Sant’Anna”, la Beata Rosa Gattorno affidò alla Provvidenza divina l’attuazione di questo singolare disegno, che, preso un nuovo e più consistente avvio, a quasi cento anni dalla morte della Fondatrice, può dirsi oggi una felice realtà.
- Le ulteriori ispirazioni:
- Le Figlie di Sant’Anna Contemplative Adoratrici Perpetue:
“Ma credevo dovesse essere il ramo di Figlie di Sant’Anna di vita contemplativa, di clausura!” (Memorie, Sezione II, p. 624)
Ciò che Madre Rosa ha intravisto, quando parla delle Figlie di Sant’Anna di vita contemplativa, de clausura, sarà ampiamente esposto nella “Regola” da lei stessa scritta durante l’anno 1891, lasciando piuttosto chiara l’ispirazione (che è comunque diversa da quella delle “tre gocce”) di questa ulteriore fondazione.
Attirate da questo altro modo peculiare di vivere il Carisma della Famiglia di Sant’Anna, hanno scoperto, sotto l'influsso dello Spirito Santo, alcune già Figlie di Sant’Anna, che si sono sentite chiamate ad assumere con la consacrazione religiosa anche la dimensione contemplativa. E nel Capitolo Generale del 1991, l'Istituto Figlie di Sant’Anna riconosce le “Figlie di Sant’Anna Contemplative Adoratrici Perpetue”, come “Ramo” intrinsecamente unito a sé.
- L’Istituto Secolare Figlie di Sant’Anna:
“La Beata Rosa Gattorno, sotto l’azione dello Spirito Santo, intuì questa spiritualità, e per la forza del medesimo Spirito, Francisca Adália Tavares de Oliveira rese concreto questo stesso dono nell’Istituto Secolare Figlie di Sant’Anna.” (Costituzioni dell’Ist. Secolare Figlie di S. Anna, art. 2)
Fin dal 1986, Francisca Adália con un gruppo di signorine iniziava un cammino di santificazione, riproponendo nella secolarità consacrata, la spiritualità della Famiglia Carismatica di Sant’Anna.
Le Laiche Consacrate, pur rimanendo nel mondo e vivendo in pienezza la secolarità, esprimono la loro missione, dove ognuna svolge la propria professione, condividendo con i fratelli e le sorelle del proprio tempo e del proprio ambiente, il lavoro, la casa, l’abito … secondo lo stesso Carisma della Beata A. Rosa Gattorno.